
Per quel che riguarda lo sviluppo delle competenze numeriche, è importante sottolineare che siamo tuttora ancorati all’idea di Piaget; tuttora per favorire le acquisizioni aritmetiche, insegnanti di scuola materna e logopediste propongono ai bambini attività di seriazione, di particolarizzazione che non prevedono l’uso dei numeri.
I programmi ministeriali propongono per i primi mesi di scuola elementare un’attività di comparazione e confronto, ponendo particolare attenzione al termine “percettivo”, manipolazioni di materiale che possano essere percepiti e confrontati senza riferimenti alla loro numerosità ( es: raccolta di foglie, relativa classificazione e seriazione nelle scatole; es: disegno di sette piccole foglie se ne hanno raccolte sette, etc).
Questa impostazione evita d’introdurre i numeri arabi e i numeri nel codice alfabetico (es: il contare) prima dei sei anni perché Piaget riteneva che le attività eseguite spontaneamente dai bambini prima di accedere alla scuola elementare con i numeri, come indicare l’età, cantare le filastrocche dei numeri o esprimere giudizi di numerosità, fossero prive di contenuti cognitivi e volte soltanto all’imitazione dell’adulto. Per i numeri non si utilizza invece l’approccio usato con le lettere perché si ritiene che alcuni aspetti del numero ordinale e cardinale siano troppo complessi e possano essere recepiti solo dopo una lunga attività di presentazione delle loro caratteristiche.
Da circa quindici anni invece numerosi ricercatori sostengono che in realtà, contrariamente a quanto diceva Piaget, i bambini, già da molto piccoli (18 mesi), compiono operazioni di conteggio, così come alcuni animali (conteggio nei pappagalli, calcolo negli scimpanzé). I bambini si avvicinano all’aritmetica ed al calcolo molto precocemente, non come proponeva Piaget, dopo aver acquisito degli schemi cognitivi. Il modello che impone questo tipo di approccio necessita dell’approfondimento della componente strutturale, che consiste nella struttura, organizzazione, architettura dei numeri e del calcolo e della componente evolutiva, che consiste nell’evoluzione dei bambini e nel modo in cui apprendono. Esiste dunque una componente innata, che si realizzerà attraverso le concretizzazioni e le interazioni dei bambini.
Sembra infatti che i bambini si avvicinino ai numeri e al calcolo attraverso le loro interazioni linguistiche, usando le flessioni (ad es.: Bimbo, Bimbi) che richiamano quantità diverse. Se chiediamo ad un bimbo molto piccolo di prendere un oggetto fra tanti, è possibile che il bimbo ne prenda uno; chiedendo di prendere 5 cubetti, il bimbo prenderà una manciata di cubetti. Questa differenza è elicitata da un numero. Un altro esempio di costruzione di queste competenze è rappresentato dal bimbo che dice la sua età, ma utilizza una indicazione errata.
Queste sono operazioni di transcodifica che significano che il bambino comprende che esiste un modo per dire un numero attraverso il canale verbale e c’è un modo di dirlo attraverso il canale grafico (l’indicazione del numero con le dita).
Tutte le informazioni che provengono dai numeri sono lette in modo diverso rispetto alle informazioni linguistiche. I bambini distinguono verso i 4 – 5 anni i numeri dalle altre informazioni linguistiche. Il modello evolutivo, a livello della componente evolutiva, è un modello secondo il quale i bambini apprendono etichette numeriche (es: 1 – 2 – 3) come entità distinte dalle altre.
La numerosità 1 associata all’etichetta numerica 1, non è in relazione con la numerosità 2 o 3; è come se esistesse un’”unità”, una “duità”, una “treità”. I bambini sanno, ad esempio, prendere tre cubetti ma non sanno riconoscere che dentro al n° 3 cubetti è contenuto il due e l’uno, cioè le numerosità non sono in relazione tra loro. Con questi set di oggetti il bambino, man mano, si costruisce una rete cognitiva che unisce l’1, 2, 3 e diventa competente su piccole numerosità e in grado di rappresentarle.
I bambini, attraverso tutte le informazioni pervenute dall’ambiente e dai coetanei, diventano competenti nell’unire e inserire nella rete questi pochi elementi, colgono le relazioni tra pochi elementi e utilizzano il linguaggio per sottolineare differenze percettive e manipolative. Dopo aver raggiunto una certa sicurezza, costruiscono un set di competenze relative a piccole numerosità e poi proseguono con numerosità più complesse.
Questo aspetto è molto importante per la riabilitazione. Se il modello evolutivo prevede di lavorare con piccole numerosità per controllarle, conoscerle, ordinarle, sarà utile in bambini con difficoltà cognitive lavorare su piccoli set di ricerca per costruire queste competenze.
Ai bambini in età prescolare chiederemo dunque di: · contare, mescolare oggetti, provare a dare giudizi di numerosità, verificare la competenza rispetto al concetto di codice arabo. I bambini prescolari hanno molte conoscenze, competenze ed idee sui numeri e sarebbe interessante sapere quali sono.